
Conosciamo Emanuela Albertini: intervista alla candidata
Mi chiamo Emanuela Albertini, ho 52 anni e sono di Villanuova da sempre, come del resto la mia famiglia.
Mi chiamo Emanuela Albertini, ho 52 anni e sono di Villanuova da sempre, come del resto la mia famiglia. Sono libraia da ben 27 anni e responsabile di punto vendita di una nota sigla editoriale.
Amo l’arte, la storia, la lettura e tutto ciò che è cultura. A tal punto che ho ripreso gli studi universitari e sono quasi in dirittura d’arrivo con la laurea in Beni culturali.
Per lavoro collaboro con diverse amministrazioni comunali nell’organizzazione di incontri con autori e ho condotto personalmente le presentazioni di autori quali: Davide Cassani, Matteo Bussola, Riccardo Gazzaniga, Annalisa Strada e Sara Rattaro.
Ho rapporti sinergici anche con insegnanti e istituti comprensivi in iniziative atte a veicolare il libro e la lettura quali: laboratori per elementari e medie, letture per scuole dell’infanzia e incontri con l’autore per scuole superiori e medie. Gestisco anche i social media della libreria pubblicando una rubrica con consigli di lettura.
Nel mio tempo libero pratico nordic walking, seguo il ciclismo e adoro scoprire posti nuovi.
Perché hai scelto di candidarti?
La mia candidatura nasce da un confronto che mi ha incuriosito e affascinato. Ho voluto conoscere il gruppo di persone che ha fondato la lista Un Ponte per il Futuro e scoprire i loro obiettivi e il loro modo di pensare alla Villanuova presente e futura.
Mi è piaciuta l’apertura al confronto senza barriere su qualunque argomento, anche sui nodi più spinosi e l’onestà di essere, pensare e parlare. Ho scoperto che anch’io con la mia formazione e la mia sensibilità posso contribuire in prima persona a migliorare il mio e nostro paese.
Quale obiettivo del programma di Un Ponte per il Futuro ti sta particolarmente a cuore e perché?
L’area che mi sta più a cuore è quella della cultura, per la mia formazione professionale e scolastica. Promuovere la cultura in tutte le sue forme, investire risorse in progetti mirati alla conoscenza può solo rendere migliore e più evoluta la società, più aperta all’accoglienza e al dialogo costruendo ponti e non muri.